Descrizione
Incipit
Leggendo le poesie di Dani Tazzioli, raccolte
in Discordanze, non si può fare a meno di apprezzare
l’apparente nitidezza del percorso
quotidiano, diaristico, e il tono pacato, dialogico.
Eppure, a intervalli regolari, irrompe
per sei volte nella normale densità del dettato
la raffica lacerante di un Trittico, che
squarcia e ricuce e riscuoia continuamente
la trama orizzontale, aprendone gli spessori
più profondi, intimi, come scavati nella
carne stessa dell’Autrice: che in tal modo si
rivela, a lampi di magnesio, con luce ambivalente,
ma senza pietà, al lettore. Si tratta di
sei scuri poemetti – mi sia concesso il termine
– a cui pare venga demandato anzitutto un
compito di sradicamento dell’ovvietà….(dalla prefazione di E. Rentocchini)
Quarta di copertina
“Dani Tazzioli scrive per ardire, per tradire, per tradurre.
Lei abbagliata dalla “parola scritta/ perché sa
resistere nel vuoto” qui scava in poesia, tocca la poesia.
Quella poesia, non va dimenticato, che tanto
spazio concede senza timore al vuoto della pagina.
E che col vuoto gioca per sottrazione”.
(Dalla prefazione di E. Rentocchini)
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