Descrizione
Quarta di copertina
Lingua madre raccoglie le poesie di Otèvi (1994), Segrè (1998), Ottave (2001), Poediànt (2004), Giorni in prova (2005), Stanze di confine (2014). Si tratta di 256 ottave che Emilio Rentocchini ha composto nell’arco di più di vent’anni, utilizzando il dialetto di Sassuolo e una gabbia metrica che rimanda al Boiardo e all’Ariosto, straordinari poeti della sua terra. Ciascuna poesia è accompagnata dalla traduzione in italiano, una variante autosufficiente e persuasiva (Giovanni Giudici).
Recensione
La forma chiusa, o meglio schiusa, caratterizza ogni componimento: ma all’autore la vita stessa appare u-
na formalità, a cui tentare di dare senso. E proprio questo, sembra volerci dire Rentocchini, è il sublime lavoro dell’uomo. Senza dimenticare che in una terra di nessuno, in cui si vaga perplessi, la forma può diventare sostanza, argine ideale a cui tenersi. A differenza della tradizione maggiore, le ottave di Rentocchini non sono narrative, ma se si leggono, come qui, nella loro completezza, si compongono in una sorta di poema concettuale (Manuel Cohen) che racconta e spiega un uomo e il suo universo
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