Descrizione
Incipit
“C’e’ una storia delle cose e una storia “affettiva” delle cose.
Eppure nella ns lingua -poetica ma forse poco filosofica- tutto si traduce in “cosa”.
Oggetti, contenuti, forme, simboli in cui si depositano retaggi di evocazioni, segni che convocano attorno a sè l’evidenza -reale?
apparente? – della denotazione.
Le “cose” a ben guardare, sono complicazioni inenarrabili, sintesi di molteplici determinazioni….
Fabrizio Loschi interroga questa complessita’, la complessita’ della “cosa”, dell’oggetto plastico che, nella propria forma,
delinea e definisce le articolazioni di quell’artefatto che chiamiamo “arte”…..” (B. Buscaroli)
Quarta di copertina
“Alcuni lavori ti tormentano per anni, altri ti lasciano imperturbato. Entrambi, a volte , tornano.
Il modo più ovvio di catturare quei momenti e’, in fondo, offrire un certo spettacolo al pubblico.
Io sono tutto quello che ho, io sono dove e’ il mio corpo, io sono una cosa tra le altre…. ” (F. Loschi)
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