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Alfredo Gianolio

Vite sbobinate e altre vite

Descrizione

Incipit

C”è qualcosa nelle nostre vite singolari, cioè nelle vite che ognuno di noi normalmente fa tutti i giorni, che per sua virtù propria ha il potere di sbalestrare qualsiasi discorso. Nei fatti noi, quasi tutti, non siamo altro che delle collezioni ambulanti, una collezzione di cose in bilico dove ci sta dentro quasi tutto, un po’ di prati, pioppeti, lavori, hobby, nuvole, cariole del nonno, automobili, mamme. (…) dal prologo di Ugo Cornia

Quarta di copertina

…Queste vite, ragionamenti, imprese e avventure intorno ai luoghi
del Po che Alfredo Gianolio ha registrato e trascritto
con tanta cura amorosa, per me hanno la virtù di rimanere
in genere sia armoniose che sgangherate, sia felici che infelici
nello stesso tempo, un po’ come le nostre vite, oppure come degli
angoli o degli squarciamenti delle nostre vite. ….

Ugo Cornia

….in quei libri lì, di solito, dopo cinquanta pagine, non so voi,
io mi stanco, e la stessa cosa mi succede anche con
“Mi richordo anchora” di Pietro Ghizzardi; invece Ghizzardi, quando lo trovo qua dentro dopo 113 pagine di altre vite sbobinate, non mi stanca mica, ne vorrei ancora.
Ha fatto un lavoro di montaggio, Alfredo Gianolio, la quadratura del cerchio, mi verrebbe da dire, e tutto con un cacciavite. …..

Paolo Nori

Recensione

La collana “nera” di Incontri Editrice, dedicata a Gian Paolo Biasin, ha ripubblicato le Vite sbobinate di Alfredo Gianolio, che ora si intitola Vite sbobinate e altre vite, che verranno presentate venerdì 1 febbraio alle 21. Il testo del 2002 comprendeva le autobiografie di donne e pittori della Valpadana raccolte negli anni ’70-’80 e incoraggiate da Cesare Zavattini. C’era una nota iniziale di Ugo Cornia e un radiodiscorso di Cesare Zavattini. Il primo si intitola La bellezza delle vite singolari e il primo passaggio recita così: “C’è qualcosa nelle nostre vite singolari, cioè nelle vite che ognuno di noi normalmente fa tutti i giorni, che per sua virtù propria ha il potere di sbalestrare qualsiasi discorso. Nei fatti noi, quasi tutti, non siamo altro che delle collezioni di cose in bilico dove ci sta dentro un po’ di tutto…”, tanto per capire di cosa tratta questa raccolta. Il secondo intervento, radiofonico e registrato e sbobinato, di Cesare Zavattini, si intitola C’è ignoranza e ignoranza ed ha una breve premessa dell’autore che precisa: “Nel 1976 Cesare Zavattini tenne una conversazione radiofonica avendo come interlocutori Pietro Ghizzardi e Bruno Rovesti di Gualtieri. Zavattini, partendo dalla premessa che la cultura ufficiale aveva fallito, non avendo saputo rispondere alle domande fondamentali poste dall’uomo ed essendosi dimostrata impotente di fronte al ripetersi di guerre e atrocità di ogni genere, sostiene che si deve ricominciare dall’ignoranza degli ultimi da contrapporre socraticamente alla vera ignoranza di chi crede di sapere e non sa.” In mezzo, vari personaggi dai tratti e dalle vicende buffe e sgangherate. La nuova versione del testo, rispetto alla precedente, comprende altre cinque vite e un intervento di Paolo Nori che durante la serata interverrà con le letture di alcuni testi. A presentare l’autore e il nuovo testo sarà Emilio Rentocchini, in una conversazione lunatica e piacevole con l’autore avvocato e letterato.

Davide Scaringi

Informazioni aggiuntive

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Pagine

197

Anno

2008

ISBN

9788889080573

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